Borgo La Capraia

Progetto

L’Antico Borgo La Capraia è un agriturismo di lusso in Toscana che produce olio e altri generi alimentari, ci è stato chiesto di operare un restyling del logo.

Cliente: Borgo La Capraia
Anno: 2016

Cosa abbiamo fatto

Brand identity
Logo e immagine coordinata

Brief: rebranding e immagine coordinata

Il Borgo La Capraia è un agriturismo alle pendici del Pratomagno, in Toscana. La proprietà si è rivolta a noi di StudioBrick per progettare una nuova brand identity che elevasse il marchio e che lo rendesse più riconoscibile.  I principali punti di forza dell’azienda risiedono nel patrimonio storico e paesaggistico che la caratterizza. Si trattava quindi di renderli da un punto di vista grafico, prendendo a riferimento ciò che era già presente all’interno del borgo.

Brand Image & Storytelling concept

Per lo studio della nuova brand image abbiamo fatto ricerca sulle radici storiche della struttura, rifacendoci anche a quanto era stato sviluppato in precedenza in termini di logo o di immagine coordinata. Lo scudo su cui campeggiavano la capra e gli scacchi era un elemento già presente nell’immagine del borgo e risalente a periodo Medievale. Abbiamo perciò deciso di nobilitarlo ulteriormente dando rilievo all’animale, simbolo di potenza e di gloria, in posa “saliente”, ossia mentre ascende.

Brand design: logo, colori e font

Per il rebranding abbiamo provveduto innanzitutto alla riprogettazione del logo, ridefinendone proporzioni e figure. La definizione del colore è passata dal blu a un rosso che butta quasi al marrone, a voler sottolineare l’antica nobilità a cui ci si rimanda. Per la scelta del lettering abbiamo puntato su delle forme immediatamente leggibili, che richiamassero a un passato illustre: è stato quindi scelto di mantere le grazie (serif) e anzi di enfatizzarle, senza tuttavia rinunciare alla linearità, evidenziata proprio attraverso l’uso grazie stesse.

 

Odo già il brusio del borgo.
Qui è il paradiso vero del popolo,
felici e contenti tutti quanti.
Qui sono uomo.
Qui posso esserlo.

Johann Wolfgang von Goethe